THE CASUAL VACANCY – LA RECENSIONE N. 5


Dopo le recensioni di Valentina Oppezzo, Marina Lenti, Chiara Valentina Segré e Amneris Di Cesare, il parere dell’editor di Potterologia, Livia Rocchi:

Se la scuola di magia di Hogwarts era un luogo austero e impenetrabile che racchiudeva sfide
aperte e lealtà incondizionata, la cittadina immaginaria di Pagford è uno scrigno apparentemente grazioso ma pieno di marciume nascosto dietro tendine di pizzo o giardini con meli e altalene.

A Pagford le divise scolastiche sono un marchio da cui liberarsi, l’ipocrisia del voler vedere “tutti
uguali” senza però considerarli tali. Nessun Prescelto sfida il Male e lo sconfigge, perché il Male
è annidato in ogni persona. Meno si vede, più ce n’è: nel padre violento e asociale arroccato nella sua casa in collina, nel vicepreside bigotto, nella madre piegata dalla tossicodipendenza, nel medico e nell’assistente sociale impotenti… C’è nell’alunno brillante e crudele che usa la sua intelligenza  per torturare i più deboli inseguendo un’autenticità senza filtri morali perché per lui l’importante è esprimere i propri istinti, anche i più crudeli, purché siano “puri”. Ma l’autenticità ha un prezzo, né più né meno dell’ipocrisia, due concetti che la Rowling mette in discussione con una delle sue doti più conosciute: l’abilità da intagliatrice di diamanti con cui riesce a far brillare molte delle sue creature.

“Il seggio vacante” non è un romanzo corale solo perché tratta le vicende di molti personaggi, ma anche perché ognuno di loro ha almeno due voci: quella reale, incerta, ovattata e quella amplificata e potente delle apparenze. Perfetto esempio di questa risonanza è ’apparentemente cinica e acida Sam Mollison che fa risuonare il suo disincanto con gli armonici della pietà, dell’incertezza, della condanna della mediocrità.

Il romanzo è privo di eroi, e se ci sono non vincono le loro battaglie. L’unico che lascia un’impronta su tutti è quel Barry Fairbrother che vediamo morire dopo pochissime pagine: è riuscito a emergere perché ha portato avanti una lotta sincera in difesa degli altri. È il fratello onesto, leale, giusto, che nessun surrogato potrà sostituire.
Forse per questo il vero protagonista di questo romanzo, il punto in comune con la saga di Harry Potter, è un tema già affrontato nelle vicende del mondo magico: la Morte, “voce gemella” della Vita, anche lei con le sue verità e le sue apparenze, le porte chiuse e quelle rimaste aperte, i posti vuoti che sono anche posti da occupare. Magari aspettano una Samantha Mollison che si fa forza e continua la lotta, anche se non è proprio la sua, anche se fissando il cielo notturno non può fare a meno di pensare: “Chi può tollerare di sapere quali stelle sono già morte? C’è qualcuno al mondo che possa sopportare di sapere che lo sono tutte?”-

 

Livia Rocchi

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